09 marzo 2021 - comunicato stampa

Le linee guida anticovid provinciali per le RSA vanno aggiornate a seguito delle vaccinazioni

Data dell'avviso

10/03/2021

Testo dell'avviso

Le RSA sono state colpite in modo importante dalla pandemia. Per esigenze di tutela della salute pubblica sono state imposte alle RSA, da un anno questa parte, misure di prevenzione che hanno condizionato pesantemente la qualità della vita dei residenti. Le visite dei familiari nella primavera scorsa furono del tutto sospese e nell’estate scorsa ripresero in modi piuttosto rigidi: incontri tra residenti e familiari solo su appuntamento, in un locale dedicato, rimanendo a distanza, senza contatti fisici, separati da uno schermo, con l’obbligo di presenza di un operatore. I vincoli imposti alle RSA riguardavano però anche altri aspetti: l’esigenza di compartimentazione di spazi, operatori e residenti, ha comportato una forte riduzione della mobilità dei residenti all’interno delle RSA, una riduzione di contatti sociali tra residenti e la limitazione di servizi importanti per la qualità della vita, come le attività di animazione, le attività di riabilitazione, il servizio religioso.

In molte RSA i residenti trascorrono gran parte del tempo nel proprio nucleo assistenziale, accedendo a locali di uso comune solo in modo contingentato. In sostanza sono soggetti dal marzo scorso a una sorta di quarantena di comunità, una quarantena attraversata purtroppo e comunque da casi di contagio e dal lutto per i decessi, con deprivazioni sociali e affettive che hanno indotto disagio e sofferenza, che solo in parte l’impegno e la dedizione dei nostri operatori hanno potuto mitigare.

Era davvero necessario che i residenti e gli operatori sanitari delle RSA potessero accedere per primi alle vaccinazioni.

Oggi assistiamo nelle RSA, grazie alla vaccinazione, a una fortissima riduzione di nuovi casi di contagio tra residenti e tra operatori: pensiamo di poter affermare che le RSA sono oggi per loro un luogo sicuro, caratterizzato da un livello di rischio che si è abbassato notevolmente.

Diventa quindi necessario chiedersi se grazie alle vaccinazioni possano cambiare le condizioni di vita dei nostri residenti, se la morsa delle limitazioni necessarie per esigenze igienico-sanitarie possa essere attenuata.

Finora a questa domanda le istituzioni pubbliche preposte alla gestione della pandemia non hanno dato risposte, tranne quella di prorogare al 6 aprile prossimo le disposizioni restrittive già vigenti prima della vaccinazione. La stessa domanda ha stimolato un ampio dibattito tra i presidenti, i direttori, i medici coordinatori sanitari delle RSA della nostra provincia.

L’A.p.s.p. C. Vannetti ha scelto di mantenere l’indirizzo risultato ampiamente prevalente nel dibattito interno all’UPIPA, quello di continuare ad applicare le misure di prevenzione previste dalle norme vigenti e già in uso, compresi i colloqui con i familiari senza contatto fisico, non certo per una sorta di autotutela verso possibili responsabilità, insensibile al bene degli anziani, come affermato dalla Presidente di UPIPA, ma in considerazione della necessità di rispettare le norme vigenti, in attesa che la situazione evolva, si chiarisca e siano emanate nuove linee guida.

Siamo i primi ad avvertire la necessità non solo di consentire i contatti fisici tra residenti e familiari, ma di migliorare complessivamente le condizioni di vita dei nostri residenti, mitigando ragionevolmente le misure di prevenzione e di compartimentazione, consentendo maggiori libertà di movimento delle persone vaccinate all’interno della RSA, e questa dovrebbe essere tra le priorità dell’agenda delle nostre istituzioni preposte alla tutela della salute nelle RSA, quindi la Provincia e l’Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari.

È possibile, ma è soprattutto necessario che le RSA siano il primo luogo nel quale coltivare la speranza di una rinascita, dopo il tunnel della pandemia, con la sperimentazione di nuove modalità di prevenzione che consentano, grazie alle vaccinazioni, il recupero di condizioni di vita e di socialità senza le quali la stessa salute dei nostri residenti sarebbe compromessa. Ma questo obiettivo va perseguito unitariamente dal sistema provinciale delle RSA, in un quadro di collaborazione con la Provincia e con l’APSS, con una assunzione di responsabilità a tutti i livelli istituzionali.

  La Presidente
dott.ssa Daniela Roner